Molte libreria d’Italia si sono lasciate travolgere dalle atmosfere di Bellissimo, ma alcune lo hanno fatto in maniera speciale. Ecco cosa è successo…
La Libreria Pagina 348 di Roma ha acceso un paio di candele alla Virgen de Guadalupe, ha recuperato i libri dallo scaffale di Teresa Rodriguez e il djembe di Miguel, ha disteso una bandiera tricolore e poi ha lasciato decine di farfalle a svolazzare in vetrina, arrivate dal Messico, sospinte lì da un vecchio ventilatore.
La Libreria Lovat di Trieste ha innalzato un vero e proprio altare dedicato al romanzo, che è anche la sagoma della Madonna messicana. I miracoli esistono.
Ancora a Roma, nel quartiere tuscolano, la Libreria Risvolti ha portato tutto il romanzo lì dentro, in vetrina, sullo sfondo del Messico e di un’amaca appesa, accanto a un sombrero e alla sedia di Clarabella Sanchez nel piazzale dei Moya dove spiccano le foto Polaroid dei luoghi narrati nella storia.
Verona, Libreria Pagina Dodici. Non si può sentire, ma oltre i flores chempasuchil, oltre il papel picado, oltre la bambolina messicana, la foto della Vergine col cuore ex-voto e oltre i punti salienti della storia riscritti sui post-it c’è la musica di Jarabe Tapatìo che passa di sottofondo, come se il mangianastri di nonno Hermenegildo fosse lì, acceso.
E questa vetrina non è Bellissimo? Dalle mani dei librai della Ubik di Castelfranco Veneto la copertina del romanzo diventa un’immagine che si staglia oltre il vetro, come Miguel nelle prime righe della storia. C’è un fiore che vorrebbe diventare una farfalla. E c’è una vetrina che diventa un romanzo.